Esattamente Il 20 gennaio 1993, ci lasciava una delle più grandi icone di stile ed eleganza della storia: Audrey Hepburn.
La “farfalla di ferro’’, così come la soprannominò Peter Bogdanovich, ad indicare l’estrema femminilità ed eleganza in un animo ribelle indistruttibile.
In ogni film da Vacanze Romane, Sabrina, Guerra e Pace, Cenerentola a Parigi, per citarne alcuni, Audrey ha saputo creare un personaggio che sarebbe diventato modello da imitare per tutte le donne. Lei riusciva ad anticipare i tempi perché lo voleva, una dote naturale che la portava a discutere con gli stilisti e gli hairstylist su abiti e acconciature che ancora nessuna aveva mai visto.
Un carattere forte, forgiato da un’infanzia difficile ma che non le aveva strappato il sorriso e la determinazione.
Audrey adorava i vestiti e il colore rosa, odiava le stravaganze e i colori brutali. Niente auto, né gioielli, niente dolci, ma cibo cucinato in modo semplice, preferibilmente made in Italy, anche se mangiava solo quando aveva fame.
Una donna moderna, soggetta ai colpi di fulmine e che senza saperlo stava per iniziare una rivoluzione.
La diva con gli occhi da cerbiatta diventata una vera e propria icona capace di attraversare le generazioni soprattutto grazie ad un celebre film:
Colazione da Tiffany
Non tutti sanno, che il personaggio di Holly Golightly, in realtà, ha avuto il suo battesimo tra le pagine dell’omonimo romanzo di Truman Capote pubblicato nel 1958.
Il ruolo principale di “Colazione da Tiffany” era stato inizialmente riservato a Marilyn Monroe e Audrey non solo ottenne il ruolo ma il personaggio di Holly fu riadattato per lei. La riscrittura fu un successo e il film è ancora oggi considerato come un film iconico e attualissimo.
Audrey Revolution
Nell’America puritana degli anni Cinquanta, il ruolo delle donne nei film poteva essere solo di due tipi: sante o prostitute. Questa fu la grande rivoluzione di Audrey, una donna bellissima, elegante e delicata come una farfalla ma forte come il ferro. Imprevedibile, disarmante, libera e indipendente, Holly Golightly proponeva un nuovo modello femminile assolutamente moderno.
“Era ok anche non sposarsi ed essere sessualmente attive, divertirsi e bastare a se stesse”
Audrey spazza via i tabù e gli stereotipi che vogliono la donna sempre un passo indietro all’uomo. È l’era della rivoluzione, della donna moderna degli anni Sessanta protesa verso un nuovo futuro.
Audrey con il suo little black dress di Givenchy sdogana il nero, colore finora indossato al cinema solo dalle dark lady e l’acronimo LBD (Little Black Dress, tubino nero, appunto) è stato coniato grazie a lei e viene ancora universalmente utilizzato da stilisti e fashion addicted per riferirsi a questo evergreen.
I CREDO DI AUDREY
La bellezza di una donna aumenta con il passare degli anni. La bellezza di una donna non risiede nell’estetica, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima.
“Io e il mio gatto… siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene.”
“Si dice che l’abito non faccia il monaco. Ma a me la moda ha dato spesso la sicurezza di cui avevo bisogno. Personalmente dipendo da Givenchy come le donne americane dipendono dal loro psichiatra”.
”Adoro le persone che mi fanno ridere. Penso sinceramente che ridere sia la cosa che mi piace di più. È la cura per moltissimi mali”.
“È facile copiare il mio look. Le donne possono assomigliare a Audrey Hepburn raccogliendo i capelli e comperandosi grossi occhiali e vestiti neri senza maniche”.
“Credo nel rosa. Credo che ridere sia il modo migliore per perdere calorie. Credo nel baciare, baciare molto. Credo nell’essere forti quando tutto sembra andare per il verso sbagliato. Credo che le ragazze allegre siano le più carine. Credo che domani sia un altro giorno e credo nei miracoli”.
Un abbraccio bohemiano
M.