Rocca Calascio tra mistero e storia

Dominante, imponente e misteriosa, Rocca Calascio è l’imperatore che tutto guarda e tutto domina. Ti porto con me a Rocca Calascio tra mistero e storia.

Dominante, imponente e misteriosa, Rocca Calascio è l’imperatore che tutto guarda e tutto domina. Ti porto con me a Rocca Calascio tra mistero e storia.

Sono in Abruzzo, terra del Gran Sasso, della Maiella e dei Monti Marsicani per cercare il genio dell’uomo, il genio della natura e delle tradizioni.

Parlare di eccellenze storiche e architettoniche abruzzesi è facile, basta avere un week end a disposizione e lasciarsi guidare dall’istinto.

Ad ogni passo la meraviglia si presenta a te come una Dea e al suo cospetto non puoi che inchinarti

Rocca Calascio foto di Fabio Menechini

Devi avere il coraggio di inoltrarti, di arrampicarti, di voler raggiungere la vetta 

È così che decido di visitare un Castello Medievale, Rocca Calascio.

Ho due possibilità per raggiungerlo: salire con una navetta o farmela a piedi dal paese di Calascio. Ovviamente scelgo la seconda opzione. Prendo il sentiero e in soli 30 minuti sono venuta a contatto con un ecosistema naturale di grande effetto, mi sembra di essere in un deserto ad alta quota e il paesaggio è mozzafiato.

Mentre cammino penso che, se avessi un bambino piccolo, non avrei potuto salire su questo sentiero, neanche se avessi con me un amico disabile. Peccato, perché neppure la navetta arriva al castello, si ferma al borgo.

Rocca Calascio veduta dall’altro

Quando giungo a 1460 metri mi trovo di fronte l’imponente Rocca Calascio, il castello medievale più cliccato al mondo e considerato dalla National Geographic fra i 15 castelli più belli del nostro pianeta.

Diciamo che se non fosse per il castello, forse il vecchio borgo che si trova ai suoi piedi e la chiesetta Santa Maria della Pietà sarebbero sconosciute ai più.

La sua pianta ottagonale mi porta a pensare che fosse un luogo di culto esoterico, non a caso è la pianta dei battisteri e degli antichi castelli, penso.

L’aria è frizzante e camminare sulla pavimentazione che un tempo fu sicuramente percorsa da cavalieri in arme e damigelle, mi fa sognare. Per un attimo mi sento una cortigiana.

Michelle Pfeiffer sul set di LadyHawke

Ora capisco perché l’intero sito è stato il palcoscenico di moltissimi film che vanno dai primi spaghetti western “Trinità” e “Continuarono a chiamarlo Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill, ai più impegnati come il “Deserto dei Tartari” con i grandi Vittorio Gassman e Philippe Noiret,  a “LadyHawke” con la splendida Michelle Pfeiffer e persino “Il Nome della Rosa” con Sean Connery, solo per citarne alcuni.

Rocca Calascio tra storia e mistero

Resto a contemplare il panorama e a sentire l’energia esoterica che emana prima di farmi sopraffare da un certo languorino

Per scendere ho optato per una strada alternativa, meno faticosa anche se più lunga. E’ la strada asfaltata che ti porta al borgo in circa 45 minuti.

Scorcio di Santo Stefano di Sessanio

A Santo Stefano di Sessanio vado alla ricerca di un ristorantino. Voglio assaggiare le Scrippelle m’busse. Si racconta che all’inizio dell’800 Enrico Castorani, un famoso cuoco della zona, stesse preparando le crêpes  per le truppe francesi di stanza in Abruzzo. Al momento di servirle gli caddero nel brodo: nacquero così le scrippelle ‘mbusse, ovvero “bagnate”.

Il borgo di Santo Stefano è incastonato come un diamante all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso. Sapevi che se è così ben conservato lo dobbiamo a un giovane baldo svedese, Daniel Kihkgren che acquistò parte delle abitazioni abbandonate e le ristrutturò rispettando le caratteristiche peculiari della zona? 

Tanto di cappello allo svedese, peccato che non ci abbia pensato la Soprintendenza delle Belle Arti, ma tant’è.

Santo Stefano di Sessanio

Il mio viaggio continua in un sali e scendi di scalinate e sguardi agli edifici ornati di bifore, loggiati e archi che ricordano un puntiglioso studio architettonico medievale.

Non so perché mi sento a casa

Mentre sto gustando il mio piatto di scrippelle ‘mbusse, la mente ritorna al castello che ho appena visitato.

Tra mistero e storia scavo e cerco di entrare nei meandri del suo glorioso passato

Per tradizione esoterica la figura geometrica dell’ottagono ha il carattere della mediazione tra terra e cielo.

E c’è di più.

8, simbolo dell’infinito

Ho respirato una forza magica, camminando all’interno degli spazi aperti del castello. Ho percepito la presenza della divinità femminile Ishtar, la grande Dea. Simboli vichinghi, il Pentagramma, la stella a 5 punte e ancora il simbolo del Femminino Sacro.

Dea Ishtar

Questa Rocca un tempo era un sito per i profani inavvicinabile, accessibile solo agli alchimisti, luogo magico sacro e potentissimo.

Misteriosa e unica la Rocca Calascio non può che abbagliare e stupire chiunque si accingi al suo cospetto. Isolata e imponente, con la sua geometria sacra, può incute timore per chi non la sa leggere, espressione d’immensità per chi la osserva con gli occhi del genio.

Con un po’ di rammarico, per il poco tempo a disposizione, saluto l’Abruzzo e la Rocca Calascio tra mistero e storia.

Altri lidi mi attendono, prometto però di ritornare, perché ha già preso un posticino nel mio cuore.

M.

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