GOODWILL, il Top Gun italiano

TOP GUN 2? Ti racconto il TOP GUN 0. Luigi Bonavolontà in arte Goodwill, il Top Gun italiano, prima di Maverick.

Quando ho saputo che avrebbero fatto il sequel di Top Gun, mi sono commossa. Non tanto per il ritorno di Tom Cruise, quanto per la forte emozione nel ricordare Goodwill, il Top Gun italiano che pochi conoscono.

Negli anni ’60 – ’70, non esistevano i social, non esisteva internet e nemmeno i cellulari per poter documentare con foto e video le follie di uno dei piloti più impavidi del tempo. Per fortuna c’è chi ancora lo ricorda e ne parla con la luce negli occhi.  

Luigi Bonavolontà nasce il 22 agosto del 1941 a Marigliano in provincia di Napoli. Un cognome importante se pensi che Giuseppe Bonavolontà fu un grande compositore italiano (scrisse circa duecento canzoni per molti cantanti come Vittorio De Sica, A. Fougez e Roberto Murolo). Il figlio, Mariuccio Bonavolontà, in arte Mario Riva, fu tra i più grandi conduttori degli anni ’50-’60. Non c’è da stupirsi se da quello stesso albero genealogico nacque Goodwill, nome d’arte di Luigi, con quella stessa scintilla di creatività, che lo portò a volare alto.

Istruttore di volo e di tiro aria-aria, aria-terra, fece parte del 101° gruppo CBR(Caccia Bombardieri Ricognitori), dei Diavoli Rossi, il 156° gruppo, il 14° stormo, le Linci Alate e tanti altri. Fu istruttore in Libia, a Cervia, Foggia, Sardegna, Rimini, Decimomannu. Quest’ultima oggi è la base dei Top Gun.

Qualcuno lo ricorda anche come Girmi, nota marca di frullatori dell’epoca.

Perché dargli un soprannome di una marca di un frullatore?

Le sue manovre acrobatiche erano famose. Tra le preferite il Looping o ”giro della morte”, e il suo tonneau fino a 6 giri (quella manovra acrobatica che porta a effettuare una rotazione completa sull’ asse longitudinale del volo) che lo faceva sembrare un frullatore. Al tempo lo superava solo un russo con ben 9 giri.

Dal gruppo Facebook Piloti di G91 R – Y -T -PAN

Amava il volo rovescio, scendere a bassa quota sotto il limite o infilarsi di taglio tra i monti. Qualche volta si abbassava così tanto con l’aereo da affiancarsi all’autobus dove stava viaggiando la “fiamma” del momento, solo per un breve saluto, ma tutto calcolato al millimetro.

Parliamo dell’epoca in cui i piloti erano legati prima al paracadute e poi al seggiolino, in cui le tute non erano performanti come oggi. Chi lo ha conosciuto se lo ricorda Goodwill, con i capillari rotti nelle gambe, ma neanche questo fu in grado di fermarlo.

Chi erano i migliori amici di Goodwill, il Top Gun italiano?

Il Fiat G91Y detto Yankee, passando per tutta la famiglia dei G91, gli stessi utilizzati dalla pattuglia acrobatica. L’F84 e l’F104, tutti giocattolini dell’epoca tanto pericolosi da avere costante almeno un morto ogni mille ore di volo. E Goodwill ci passò quasi 5000 ore in volo.

Quando si dice Un uomo con la testa tra le nuvole.

Luigi Bonavolontà

Alcuni aneddoti del pilota ribelle che lo resero celebre

L’esordio non fu dei migliori. Durante il primo esame, abilitante a pilota, litigò in volo con l’istruttore e lo mandò a quel paese dedicandogli una poesia in rima. Nessuno poteva permettersi di mettergli i piedi in testa, nessuno poteva permettersi di trattare male qualcuno solo perché di grado superiore, così la pensava. Nonostante ciò superò l’esame brillantemente.

Un giorno rientrando da un volo fu spazientito da un continuo chiacchiericcio che gli impediva di parlare con la torre di controllo. Un tenente e un maresciallo dell’Arma dei Carabinieri, in visita alla base aeronautica, facevano gli spiritosi al microfono, utilizzando le linee di comunicazione aerea. Si scatenò l’ira di Goodwill. Dopo aver ripreso più volte i militari, che non smettevano di mandarsi messaggi come: ‘’Io lupo, tu volpe, rispondi volpe’’, si trovarono il G91 a missili puntati sulla camionetta e Goodwill che minacciava: ‘’Lupo guarda a destra, se parli ancora salti in aria.’’ 

Il carabiniere, innervositosi, gli intimò di qualificarsi subito e dichiarare il grado e, quando Goodwill rispose di essere un semplice Sergente, in realtà era Maggiore all’epoca, il carabiniere, dall’alto del suo grado di Tenente, così pensava, lo convocò dal Generale.

Inutile dire come andò a finire la faccenda. Goodwill si presentò in tuta da volo ma prima ripose i gradi nella tasca per fingere di essere sottufficiale e, dopo aver scimmiottato il povero ‘’lupo’’ e avergli dato una lezione davanti al Generale, che se la rideva sotto i baffi, tirò fuori i gradi davanti agli occhi del povero Tenente che rimase impietrito per la figuraccia.

Non sopportava le ostentazioni o discriminazioni di alcun tipo, sosteneva che non era il grado a fare un buon pilota. Il buon pilota lo si vede cloche alla mano, diceva.

“I gradi non fanno l’uomo, figurati se fanno il pilota”

Goodwill
il top gun Italiano goodwill
Goodwill sulla sinistra

Ebbe numerosi encomi per aver ripreso gli aerei dove altri si sarebbero ammazzati.

Una volta, durante un addestramento su biposto, un suo allievo in preda alle convulsioni ad alta quota, svenne con la cloche tra le mani, stretta tanto forte da bloccarla. Fortuna che c’era Goodwill che sbloccò la cloche a pugni improvvisando un atterraggio d’emergenza, sotto la soglia limite.

Di episodi come questi ce ne furono tanti: dal carrello d’atterraggio bloccato, alla gomma esplosa, a cui prontamente reagì inchiodando il velivolo in pista per far scoppiare anche l’altra gomma. Per non parlare dei post bruciatori accesi in manovre acrobatiche al limite durante le tempeste, tanto da creare dei giochi di luce da finire nei libri di avvistamenti Ufo.

Si rese famoso anche per aver fatto volare gli ombrelloni della Riviera Adriatica, in un volo radente in pieno agosto, causando un vortice d’aria talmente potente che portò gli ombrelloni dei bagnanti prima in aria e poi, con tanto di vestiti e Dio solo sa cosa, a disperdersi in mare.

A chi lo intervistò sull’accaduto rispose ‘’Come sapete che sono stato io, avete preso la targa?’’

Instancabile e coraggioso, amava giocare tra le nuvole, ma la responsabilità e la sicurezza venivano prima di tutto. Nei ‘’giochi’’, così li faceva sembrare, era tutto calcolato al millimetro, non era ammesso margine d’errore o ”sei un pilota di serie B”, diceva.

“Gli aerei possono essere ripresi anche se si spezza l’ala, ma non hai tempo per pensare, o pensi oppure agisci”

Goodwill
Selezione dei Best Hit 74. 101mo gruppo piloti scelti per rappresentare l’Italia in una competizione Nato. Goodwill terzo da sinistra.

Stimato da colleghi, superiori e allievi, rientrò nella selezione dei tre migliori piloti italiani per seguire il corso per pilotare i Tornado in UK. Inizialmente previsto intorno al ’74-’75, fu poi posticipato a fine anni ’70 inizi ’80, ma per uno che viaggiava ‘’a mille’’, le lente attese non erano contemplate.

Chi era Goodwill, il Top Gun italiano nella vita privata?

Decise di lasciare l’Aereonautica Militare perché, a suo dire, dai 36 anni in poi avrebbe volato poco e lui non sarebbe sopravvissuto con i piedi a terra guardando gli altri volare.

A Termoli, in Molise, dove trascorse poi la sua vita, ancora oggi esiste il Club Goodwill, dove puoi fare lezione sugli ultraleggeri e vedere un MB326 in esposizione. In foto le Frecce Tricolori su Termoli, spettacolo acrobatico organizzato in onore di Goodwill in cui lo stesso fece da speaker durante le acrobazie.

Cambiò mestiere e si mise a fare il commercialista, ma portò avanti l’amore per il volo facendo per un lungo periodo l’istruttore di ultraleggeri. Spesso era solito portare moglie e figlia appena in fasce a seguito.

Fece il suo ultimo volo nell’agosto del 2017 ma ancora oggi, chi lo ha conosciuto, parla di lui.


Ecco cosa dicono di lui i suoi colleghi Top Gun:

“Ho avuto il piacere di volare a Cervia con il G91Y insieme a Goodwill. Senza tema di smentita, è uno dei migliori piloti che abbia mai conosciuto”

Gianni Amadio

“Sono stato allievo ad Amendola nel 1972/73, quando “GoodWill” era istruttore. Purtroppo non ebbi il piacere e l’onore di volare con lui, ma alcuni colleghi che lo ebbero raccontarono cose bellissime, pregne d’amore per il volo, per il cielo e per l’arditezza, che un pilota di caccia deve possedere. Sì, quando passava lo guardavamo con ammirazione e speravamo, in cuor nostro, di diventare in futuro come lui”

Fausto Bernardini 

“È stato mio istruttore ad Amendola. Mitico, mi ricorderò sempre i voli a bassissima quota nelle vallette del Gargano dove, per passare, dovevamo andare di taglio, tanto erano strette”

Maurizio Guideri

“Ho volato a Cervia dopo che era già andato via, ne ho percepito lo spessore dai commenti dei colleghi”

Ivano Samorè

“Grande pilota e grande uomo”

Sergio Pavan

“È stato un ottimo pilota. Allora sia il suo F84 che il mio F86K, non avevano i moderni seggiolini eiettabili, non erano così sicuri. Ci legavamo al paracadute e dopo, a bordo, ci legavamo al seggiolino”

Rinaldo Iurlo

“Di poche parole ma sempre il primo ad impegnarsi e talvolta un po’ discolo. Amava fare sempre acrobazie, anche al di sotto dei limiti teorici, ma se lo poteva permettere, era molto bravo come pilota. I piloti bravi venivano definiti manici. Lui era un manico”

Renzo Scarso

Scusa Maverick, ma arrivi secondo

Non me ne voglia Maverick se Top Gun non mi entusiasma più di tanto. Del resto sono cresciuta con questi racconti e ho avuto la fortuna di salire in aereo con quella testa calda di mio padre, ma forse non ti avevo ancora detto che sì, sono la figlia di Goodwill, e in questa foto sono ad Amendola proprio sul G91.

In questo articolo non voglio solo celebrare mio padre, ma ricordare che i più grandi Top Gun al mondo sono stati e sono italiani. Non ostentano, non fanno buffonate, sono poco social e se ne parla poco perché sono riservati, ma ogni giorno rischiano la vita per difendere la Patria.

Voglio abbracciare tutti i piloti dell’Aeronautica Militare e in particolare i Top Gun del buon vecchio G91. Al mio Goodwill, un abbraccio speciale, lui che mi ha insegnato il coraggio, la calma e il valore dei sogni, perché in fondo ‘’Solo chi sogna può volare’’.

M.

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