Il rosa è un colore da maschi

Ci sono cose da maschi e cose da femmine, sul serio, ancora? Prendo spunto da una notizia che sta girando, senza poche polemiche, per parlare del colore rosa. Il rosa è un colore da maschi e ti spiegherò perché in questo articolo.

Ci sono cose da maschi e cose da femmine, sul serio, ancora? Prendo spunto da una notizia che sta girando, senza poche polemiche, per parlare del colore rosa. Il rosa è un colore da maschi e ti spiegherò perché in questo articolo.

Il fatto a cui mi sono ispirata è il rifiuto da parte del sindacato di Polizia di far indossare le mascherine rosa ai poliziotti durante il servizio d’ordine. Una bella gatta da pelare. Non solo perché le Ffp2 sono introvabili e rifiutarle mi sembra uno sgarro sociale, ma poi ci mettiamo a questionare sul colore? È come riaffermare, ancora una volta, che il rosa trasmettere debolezza e gentilezza, mentre il blu o nero, potere e rigore.

E pensare che in moltissime culture il rosa è associato all’uomo per via della sua scala cromatica, molto vicina al rosso, colore della forza, del sangue, della virilità.

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Il rosa è un colore da maschi, ecco quello che pochi sanno!

Il rosa è stato nel passato uno dei colori preferiti dagli uomini. Non sto cercando il rosa tra le mummie di Tutankhamon, ma sui dipinti che ritraggono i signori dell’800. 

Jason Momoa, i Maneskin, Sangiovanni ne vogliamo parlare? Sì certo.

Partiamo con Jason Momoa. Un uomo dalla virilità indiscussa, di una bellezza mozzafiato, che ama il rosa come pochi. Persino la sua Cadillac è rosa, non basta? I nostri Maneskin rappresentano il rock, per antonomasia black. Eppure i loro look sono creativi come lo è il rosa che spesso indossano. Finiamo con Sangiovanni e il suo look rosa. Abito creato dallo stilista Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino. “Pink is the new black” ha postato lo stilista su Instagram sottolineando che la convenzione associativa del rosa alla donna è molto recente.

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 E ha ragione. Quand’è che le acque si sono aperte creando la disparità di genere?

Negli anni ’80, secondo la storica Paoletti, autrice del libro “Pink and Blue: telling the boys from girls in America”. Diamo la causa al marketing. Vestitini e giocattoli in culla dovevano essere rosa per le femminucce e blu per i maschietti. Per differenziarli, semmai fossero stati gemelli monozigoti.

Mi sembra la scusa più plausibile per scampare alla stupidità. Eppure è proprio da qui che il colore rosa prese le sembianze della dolcezza, della carineria, della donna. Agli uomini invece toccò il traffico della palette scura, che va dal nero al blu e ritorno.

Sì certo, mica le donne sono rimaste a guardare. Il movimento femminista ha tentato di soverchiare il concetto di genere/colore negli anni ‘60, ma senza successo. Forse erano state prodotte troppe Barbie con il vestitino rosa? La lotta femminista non fu tanto per il colore rosa in assoluto, ma perché faceva riferimento alla sfera infantile. Insomma ci volevano classificare al primo vagito!

Louisa May Alcott, autrice nel 1880 del capolavoro “Piccole Donne” ce lo propone più come vezzo francese.

(…) – I bambini più belli che abbia mai visto. Qual è il maschio e qual è la femmina? – chiese Laurie chinandosi per esaminare più da vicino i due prodigi. – Amy ha messo un nastro azzurro al maschio e uno rosa alla femmina, come si usa in Francia, in modo da distinguerli senza sforzo.

Che stranezza! La rivista Earnshaw’s Infants’Department, specializzata in abiti per piccoli, nel 1918 specificava che: “La regola comunemente accettata è che il rosa è un colore per bambini e il blu più delicato e grazioso è più adatto alle femminucce”.

Rosa il colore forte legato agli eroi di guerra, ai combattimenti, alla virilità. Azzurro delicato come il velo verginale è soave, soffice, tenero.

Da quando hanno cambiato i colori in tavola, noi donne il rosa ce lo portiamo appiccicato come un’etichetta sulla schiena

Ecco cosa accadde!

Negli anni ’30 e ’40, gli uomini iniziarono ad associare i colori scuri con il mondo degli affari, come rigorosità e potere. Ti immagini Roosevelt che coordina il D-Day in uniforme rosa? Ecco cosa accadde! Il rosa divenne il colore da femminuccia, da segretaria, da casalinga. I guerrieri vestono di scuro!

Nell’800 avrebbero riso per queste affermazioni. Eh sì, poteva andare diversamente se non si fosse intromesso il marketing!

Barbapapà credits by Raiplay.it

Negli anni ’70 il cartone animato Barbapapà non ci sta e ribalta il caso: il papà è di colore rosa e la mamma è nera. Abbiamo vinto?

No perché dieci anni dopo, gli anni Ottanta ci mettono al tappeto: il rosa è femmina e il blu maschio, punto!

Stereotipi e divisioni che ci hanno inculcato fin dall’infanzia: bamboline e pentoline per le femmine, soldatini e costruzioni per i maschi. Cosa ce ne facciamo dell’edizione del 1918 di Earnshaw’s Infants’ Department? Nulla!

Allora a chi sta meglio il colore rosa? A ogni uomo e donna perché la mente è androgina, naturalmente creativa.

Abbiamo una parte femminile e una maschile dentro di noi, per questo il rosa è la migliore scelta creativa che possiamo fare.

M.

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